domenica, luglio 8

Inside

Il primo vero intervento da vigilante.

Philip sarebbe fiero di me. Anzi, probabilmente lo sarà. E forse anche Hilde lo sarebbe.
Ma non se sapessero come sono davvero, come mi sento, quando mi trovo a combattere contro qualcuno che merita la mia violenza e la mia ira.
Non sono una brava persona come loro, o come Elizabeth, una che sa contenersi davanti a un criminale, una che ritiene che qualsiasi vita sia un bene prezioso, che ogni essere umano meriti una possibilità.
È quello che mi hanno rimproverato, per Eileen.
Beh non sono così. In Eileen ho visto una vita giovane, che non ha avuto altre possiblità che crescere nell'inferno, e ne è cresciuta alterata, forse in modo irreversibile. Ma ci fosse stata anche una sola possibilità, a 21 anni, quell'unica possibilità dovevo dargliela.

Ma quando ho davanti un criminale che mi aggredisce o aggredisce qualcun altro accanto a me, o anche solo mi ostacola... Beh, quello merita il peggio che ho da dargli. E non esito un istante a stordire con un calcio un uomo già a terra con le gambe spezzate, se anche solo la sua mente è in grado di ostacolarmi, e non esiterei a tranciargli la giugulare, se la mia vita o quelle di altri fossero a rischio. Ma ho il dovere di controllarmi, quando ho il tesserino addosso. Perché questo dice la legge degli Stati Uniti D'America.
Spero davvero di riuscirci sempre.