giovedì, luglio 5

Independence Day

Il 4 luglio.

Ricordo i picnic al parco con tutta la famiglia, papà che ci portava a prendere il gelato, e le litigate con Hilde per essere portate in spalla, lei all'andata e io al ritorno. E poi più avanti, i pomeriggi e le serate con gli amici, il più lontano possibile da mia sorella, fingendo il più possibile di divertirmi e di essere dove volevo essere e come volevo essere. Ma forse lo ero anche...
E poi a Santa Monica, a ubriacarci in riva all'oceano dopo una giornata di bagni e sole, e i fuochi d'artificio sul Golden Gate.
Poi il 4 luglio del 2025, con i Vaasariani su Philadelphia, Hilde che vuole tornarci, io che di fatto decido di fregarmene, e vado a Monterey con Chuck.
4 luglio del 2026, Oklaoma City è ormai sotto il fuoco di Magnus, e noi siamo ad Ada, 90 miglia a sudest, a festeggiare con una barn dance quel 4 luglio senza fuochi d'artificio, perché non possiamo attirare la sua attenzione. Ma si beve, si mangia e si balla, perché la guerra non deve averla vinta, quel fottuto alieno non deve averla vinta, e perché è meglio non pensarci, finché si è al sicuro. 

Me la ricordo, quella notte. Il potere si era spento da un po', da quando avevamo lasciato in fretta e furia la città, sotto i bombardamenti. Ricordo solo di essere svenuta, mi hanno presa e portata via di peso, e quando mi sono risvegliata, ormai ad Ada, non c'era più. E mi sono sentita libera. E vulnerabile, fin troppo. Ma libera.
 

E ora questo. Questo 4 luglio che doveva essere diverso. Doveva essere un vero 4 luglio, uno normale, con le mele caramellate, i palloncini blu, rossi e bianchi e i fuochi d'artificio. E invece no. Li ho sentiti dalla camera del PGH dove Elizabeth dormiva con le costole rotte. Mentre anche io sentivo il sonno arrivare, dopo aver combattuto con tutto quello che avevo in corpo, e dopo aver tremato nel sentire le sirene avvicinarsi. E dopo aver pianto per non poter scappare. Perché non potevo lasciarla lì, in quelle condizioni, dopo che ce l'avevo cacciata io in quel guaio.

E quando l'arrivo dei soccorsi lo vivi con la paura addosso, chiedendoti se ti porteranno via o ti lasceranno andare, dopo che hai combattuto per la tua vita e per quella degli altri, senza poterti chiedere né se e né per quale motivo... Beh, quando succede questo vuol dire che c'è qualcosa che non va.


Ma sto perdendo tempo. Lo so e l'ho sempre saputo. E lo sappiamo tutti, che c'è qualcosa che non va. Come sappiamo che non ci si può fare assolutamente niente.