lunedì, giugno 4

The match

Ciao Andre,

non so se riceverai mai questo messaggio, se il tuo numero sia ancora questo...


Lo so, non mi sono più fatta sentire, ma lo sai come sono. E tra l'altro penso sempre che chi lascia tutto ha i suoi buoni motivi, e magari deve essere lui a decidere se ha davvero voglia di risentire le persone che si è lasciato alle spalle.


Ma farò un'eccezione, giusto per dirti che la tua mancanza si sente. Io la sto sentendo.
Forse perché sei l'unica persona che conosco in grado di capire quando quello di cui avrei bisogno sarebbe un abbraccio invece che un fiume di parole. E perché quando eri qui non ero in grado di capirlo io, questo.


E non so se vorrei che fossi qui, o se vorrei solo essere quella di prima, che gli abbracci invece li rifuggiva. Che riusciva a chiudere tutto fuori e semplicemente non sentire niente.


A volte mi sembra di essere un campo da gioco dove i contendenti segnano i loro punti.


La Gifted Alliance fa la sua mossa, mi mostra una Philly completamente diversa, dove i mutanti vivono in modo pacifico anche senza il guinzaglio, dove chi ha le ali può solcare il cielo e chi è veloce come il vento può correre libero e dove i bambini giocano sollevandosi da terra... e segna il suo punto. Mi fa amare questa città. E mi fa amare me stessa, in tutte le mie... sfaccettature, è il caso di dirlo, come non avevo mai fatto prima. Un punto per la gifted.


Poi arriva il governo, con le sue leggi, mi sbatte in prigione con gli stessi vestiti sporchi e laceri con cui ho visto ammazzare tre persone sotto i colpi implacabili di una shell degli Hunter-X, due notti e due giorni ammanettata in cella, in attesa di "accertamenti", perché ho richiamato la mia corazza. E chissà, potrei averlo fatto a scopo offensivo, per ergermi "giudice e boia"... 

E mi ritrovo scaraventata indietro a quando tutto quello che desideravo era essere "normale", non avere dannati poteri a cacciarmi nei guai. A quando desideravo che Magnus se li fosse portati via tutti. E per sempre. Uno pari. Palla al centro.

Mi dispiace. Purtroppo è così che funziono. Tutto quello che ho sempre desiderato non è niente altro che vivere serenamente la mia vita. E sembra che sia nata con i geni sbagliati, per questo.


Ok. Ti ho scritto. Ma forse è meglio che le cose restino così. Ti auguro la vita che volevi, andando via di qui. E senza voltarti indietro.


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