giovedì, giugno 28

A photo...



È strano. Pensare a una persona guardando non una sua foto, ma una tua...
Eppure in questa foto non riesco a vedere me. Vedo lui. Il momento in cui mi fa ridere prendendo il cellulare, e scatta questa foto; i momenti prima di questo, che mi hanno reso così facile ridere. E quelli dopo, quando ridere è diventato più complicato.
Poi guardo il telefono e... no. Questa sera no. 

E per Chris è tutto molto semplice. Seguire quello che ti fa stare bene, dice.
E quando non sai cosa ti faccia stare davvero bene? E quando vorresti, ma qualcun altro non te lo consente? E quando lo fai, e finisci per rovinare tutto quanto? 
Dio sa quanto vorrei provarci, a fare come dice lui. A essere come dice lui.
Ma no. Io sono un'altra cosa.

Io sono quella che sa esattamente quanto ci vorrebbe un abbraccio, in certe situazioni. Ma sa anche quanto sia difficile accettarlo, per quelle come noi, e si trattiene.
E quella che vorrebbe formare un numero per sentire una voce, poi non lo fa. E nemmeno ne compone un altro. Perché no, non è la stronza che usa le persone, come qualcuno ha pensato, almeno per un po'.
E poi non so. Non so cosa voglio, non so perché devo riempirmi la vita di problemi anche quando sembra scorrere in modo così tranquillo e costante, senza scossoni.

E stasera Eileen mi ha lasciato un messaggio in redazione. Dice che ce l'ha fatta. Mi chiedo cosa voglia dire, questo.
Domani chiamerò quel numero, e avrò qualche risposta. O altre domande. 
La mia vita sembra sia piena solo di domande.