sabato, maggio 12

Phone call #3

Helen ciao. Come stai?

... Phil?

Sì. Phil.

Ciao...
- si avverte il sorriso, ma anche l'evidente stupore, di risentirlo dopo tanti anni.

Come stai?

La sua voce è quella di sempre, l'effetto di una coperta calda posata sulle spalle in una gelida notte invernale. La fa sorridere.

Sto... bene immagino.

Si sente l'uomo ridere sommessamente, dall'altra parte.

Immagini. Credo sia un buon punto di partenza.

Lei resta in silenzio, le labbra incurvate e gli occhi persi su ricordi lontani, che credeva di aver accantonato ormai definitivamente da tempo.
Il silenzio si protrae, rotto alla fine di nuovo dall'uomo.


Ho fatto male a chiamarti?

Esita un istante - No. No no... Solo... Come hai avuto questo numero?

Stavolta il silenzio si prolunga un po' eccessivamente dall'altra parte.

Beh... Ho chiesto un po' in giro. Volevo sapere che fine avessi fatto.
- altro silenzio - So che ora sei a Philadelphia.

Sì infatti, da qualche mese. Tu? Sempre a Frisco?

Un breve sbuffo divertito accarezza il microfono, dall'altra parte.

No. Ci siamo trasferiti a Washington da qualche anno.

Oh. "Ci siamo". Quindi tu e Laura...

Sì. Siamo ancora insieme. Ed è arrivata una terza Desmond, Jasmine.


Helen sorride, o meglio le sue labbra sorridono, gli occhi restano appesi in un punto imprecisato, spenti.

Quindi? - domanda infine con rinnovata verve - A che devo... - non continua con le frasi di rito.

Sono... qui a Philadelphia, per qualche giorno. Mi hanno mandato qui a sistemare alcuni casini...

Stai parlando del virus? C'entra qualcosa un procuratore federale in tutto questo? Perché è ancora quello il tuo lavoro, giusto?

Sì, sì, ancora quello. E... non sono cose di cui posso parlare troppo, lo sai. Comunque, resterò qualche giorno, e mi farebbe piacere incontrarti. Pensi si possa fare?


Si morde il labbro con vaga apprensione, lo sguardo ancora vuoto, prolungando l'attesa di un istante, poi gli risponde.

Okay. Ma certo, va bene. Fammi sapere quando. Mi fa piacere rivederti.


Il tono dell'uomo sembra estremamente sollevato, e sorridente.

Bene allora. Appena ho un momento libero ti chiamo. Tieniti una sera libera okay?

Okay. Ci sentiamo!

Ci sentiamo.


Resta a rimuginare per un bel po', con lo sguardo cupo e la testa piena di fastidiosi ricordi. Infine riesce ad accantonare il tutto e ad avviarsi per iniziare la giornata.