lunedì, aprile 30

Conscience is a heavy burden


Conscience and cowardice are really the same things, Basil. Conscience is the trade-name of the firm. That is all.
Oscar Wilde, The Picture of Dorian Gray


È immersa nella vasca da bagno, la testa posata all'indietro contro il bordo, gli occhi chiusi, la schiuma soffice le sfiora il collo. Eppure la mente non è rilassata affatto.

Ti stai rammollendo, Helen. Ma che accidenti ti salta in testa? Un vichingo come quello ti vuole e tu cosa fai? Lo rifiuti per... etica professionale?! Etica personale? O forse è solo la tua fottuta paura per i bravi ragazzi e le storie potenzialmente serie? Magari gli andava benissimo una sola notte. O magari non gli andava bene, lo scaricavi e chiuso il discorso. Non lo hai già fatto praticamente ogni singola volta? E allora? Cosa c'è di diverso ora? C'è che non ne sei più capace. Inizi a diventare come tua sorella, sempre a preoccuparsi dei sentimenti delle altre persone? "Non se lo merita" - e qui ci aggiunge anche qualche smorfia, in silenzio, quasi a rifare il verso a sé stessa - Sei un'idiota. Ricordati che difficilmente la vita ti restituirà il favore, quando sarai tu sull'altro piatto della bilancia.

Gli occhi vanno fuori dalla finestra, al cielo viola che sovrasta l'intera zona di Fairmount Park.

Quel cielo viola... Non promette niente di buono. Niente di niente. Domani sarà meglio fare un giro al Parco, a vedere che accidenti è successo.




venerdì, aprile 27

Me and miself

È un sacco di tempo che non scrivo una riga qui.

Perché scrivere qui è sempre difficile. Vuol dire che devo fermarmi e riflettere. Riflettere su me stessa, su quello che penso e quello che provo. E non mi è mai piaciuto.

È stato un periodo difficile. La morte di papà si è portata via tante cose. E ne ha portate altre. E non so ancora se sono pronta a guardarle in faccia. Probabilmente no.

Ho incontrato Hilde. Le avevo scritto di non venire, ma sapevo perfettamente che avrebbe fatto l'esatto contrario. Come al solito. Segue solo il cuore, e se ne fotte di qualsiasi conseguenza, per sé e per chiunque altro.

Al funerale non c'era, ovviamente, ma ho continuato a guardarmi intorno, perché sapevo perfettamente che non doveva essere lontana. E infatti eccola lì, tra le tombe, in lontananza. Ci siamo guardate per un istante, poi deve aver notato altri sguardi, perché all'improvviso non l'ho più vista, come fosse sparita nel nulla.
Non lo so perché sono andata sotto il molo abbandonato, nel pomeriggio. Forse per stare da sola, o forse perché sapevo che sarebbe stata lì. Ad aspettarmi o a riflettere anche lei.

Non è stato facile parlare. Anche perché non lo abbiamo mai fatto molto. E non ci siamo dette gran che. Le ho parlato di Lee, di Simmons, di Philadelphia. E lei... Lei di niente, in realtà. Solo cose da riferire ai suoi amici. E voleva sapere della mamma, se la odia ancora.
E io non lo so. Non so se la odi. A volte sembra che non abbia due figlie. Ma chi può dirlo dentro come sta?
Forse odia il fatto di aver avuto una figlia con "i Problemi". Figuriamoci se sapesse di averne due...

No, non gliel'ho detto. Non l'ho fatto finora, non vedo perché dovrei dirglielo adesso. Non sono affari suoi. Né di nessuno.
Sicuramente avrebbe iniziato a farmi la predica su come dovrei accettarmi e usare le mie capacità per il prossimo e usare il mio lavoro per spingere per una maggiore libertà per i mutanti......
No, grazie. Non intendo cercare guai, e nemmeno togliere a mia madre l'unica figlia che le è rimasta.

Resta il fatto che a volte mi sembra quasi di portarmi dietro un bagaglio non mio.
E non è piacevole per niente.

Se qualcuno potesse togliermi questo peso, ora, lo vorrei davvero?

No.

E ora basta, perché non ho intenzione di psicanalizzarmi oltre.