venerdì, febbraio 23

Broccolo

Siede sulla rete a doghe di un letto appena montato, privo di materasso, tra scatoloni aperti, sigillati, cellophane appallottolato, stampelle e abiti appoggiati qui e là, fissando l'armadio a muro spalancato, mentre riprende fiato. Allunga poi la mano a prendere il notebook, lo apre e inizia a scrivere

Broccolo.
Mi chiedo dove accidenti le trova certe idee...

Dice che non si tratta di eccezioni, ma di fortuna. Che c'è sempre chi tiene la testa alta e lontana dalla merda che lo circonda.
Non lo so. Io penso ci voglia ben altro. Ci vuole qualcosa dentro, per spingerti verso l'alto e permetterti di non farti travolgere dal resto.
Qualcosa che io non ho mai avuto. Forse Hilde. Lei sì. Lei è sempre riuscita a trovare la strada per essere diversa.


Il viso di incupisce, mentre scatta la solita molla che la chiude a riccio, in risposta a quella parola, "migliore", che è spuntata da chissà dove a infastidirla, come un interrogativo, comunque inaccettabile.

In ogni caso non so. Ha una spontaneità che mi prende sempre in contropiede. Mi fa sentire più... libera? Di parlare, di ridere. È come se sentissi di non avere niente da temere. Non valuta, non giudica. È lì. Aiuta. Chiacchiera. Fa domande. Dice stupidaggini. E sempre col sorriso sulle labbra. E non intende superare nessun confine. Anzi ti aiuta a metterne, se necessario.

Broccolo...


Finalmente torna a sorridere. Poi richiude il portatile e si rimette al lavoro.